RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Rimborsato il manifestante accusato di tafferugli

Genova, 7 marzo 2010

Rimborsato il manifestante accusato di tafferugli
la storia

È uno dei dieci noglobal condannati anche in Appello per i disordini in strada durante i giorni del G8. Ed è una delle vittime, massacrate nella caserma di Bolzaneto, per le quali lo Stato dovrà pagare nei prossimi mesi oltre ventimila euro.
Carlo Arculeo, messinese di 32 anni, è sempre stato accusato di aver compiuto scorribande in moto, nel caos genovese del luglio 2001, insieme ad Antonino Valguarnera, altro personaggio da film. Il secondo, prima dei disordini e delle molotov, aveva ottenuto pure un'onorificenza dal presidente della Repubblica, per aver partecipato a una missione nell'ex Jugoslavia. Entrambi, accusati di aver generato parecchio marasma durante il supervertice, sono però finiti dall'altra parte della barricata una volta varcato l'ingresso di Bolzaneto. Qui volavano gli insulti ad accompagnare le botte e gli spruzzi di gas urticante, vigeva l'obbligo di mettere la faccia nei propri escrementi o, per le donne, di spogliarsi di fronte agli uomini e subire umiliazioni a sfondo sessuale. Tutto dopo il "Comitato di accoglienza", che aveva il compito di selezionare i fermati o gli arrestati, con una prima "dose" di soprusi, mentre c'era stato chi non aveva trovato di meglio «che armarsi di un salame per percuotere i detenuti». È una delle tante dichiarazioni ritenute attendibili dai giudici dell'Appello, come quella fornita dal (per la legge) casseur Arculeo: «Fui costretto con il volto contro il muro - raccontò - le gambe divaricate, le braccia alzate sopra il capo, appoggiate al muro...spesso solo con tre dita e a gridare viva il Duce». A rompere il muro di omertà era stato un infermiere bolognese, Lorenzo Poggi. E ci furono anche un paio di mosche bianche (una poliziotta e un carabiniere sardo) che cercarono, senza successo, di ricondurre i colleghi alla ragione.

M. IND.